"Angleterre Angleterre"
Atto unico di Aiat Fayez al Theatre de Poche, Bruxelles
Proprio nei giorni dello sgombro 'manu militari' della giungla di Calais e'andato in scena al Theatre de Poche di Bruxelles, con sorprendente e forse involontario tempismo, l'atto unico "Angleterre Angleterre" dell'iraniano Aiat Fayez, classe 79, ex studente di Filosofia a Parigi, autore di un paio di romanzi di scarso successo e di questa pièce teatrale scritta per France Culture e arrivata ora a Bruxelles. Si tratta di un lungo monologo di un rifugiato nella "giungla" di Calais. Giungla è luogo di animali. Delle migliaiadi rifugiati, dapprima ignorati, poi osservati da lontano con il binocolo, come al safari, infine rastrellati e trasferiti altrove. Il monologo del profugo è ironico, straziante, spesso rinuncia ad ogni articolazione logica, ma e'tanto più denso ed efficace nella denuncia spietata e senza appello del cinismo e della indifferenza, dell'impotenza dell'Europa, del traffico di bestie umane dei 'passeur'', criminali che si dividono un bottino di migliaia di miliardi l'anno e godono di una incredibile impunita'. La storia e'semplicemente quella di una attesa. L'attesa davanti al tunnel, per passare di là. In Inghilterra. L'attesa dura anni, anni a guardar passare i camion che sfrecciano via con rombo assordante, qualcuno si ferma ad offrirti un passaggio, in cambio di... 20 mila sterline... E allora si torna ad aspettare e sperare, fino all'immancabile scacco. L'ultima scena è quella di una lunga fila di uomini, donne, bambini, che marcia zaini a spalla e valigie alla mano verso non certo l'Inghilterra, ma un non-luogo, una discarica, un dirupo, qualcosa di indistinto e sinistro. Verrebbe da dire : è l'Europa. Questa Europa. Miraggio e palude.
Sobria ed efficace la messa in scena di Hamadi, magistrale e sfiancante la recitazione (monologo di 1 ora e 20) di Soufian El Boubsi.
Attilio Moro