Addio Alessandra Belledi, sguardo luminoso del teatro
Fu fra le fondatrici del Teatro delle Briciole di Parma
Il ricordo di Nicola Arrigoni
Il suo sguardo sul teatro era luminoso e illuminante. Ora per Alessandra Belledi s’è alzato il sipario dell’eternità per uno spettacolo infinito. E l’immagine è quella che per anni di frequentazione del Teatro delle Briciole era diventata familiare: Alessandra Belledi ti veniva incontro con un sorriso accogliente, ringraziandoti per aver accolto l’invito allo spettacolo che aveva scelto o prodotto, in cui lei vedeva il valore unico e trasformante del teatro. Alla fine della serata, vicino all’uscita dalla sala, cercava l’incontro diretto col pubblico, con gli addetti ai lavori per capire se ai suoi spettatori era riuscita a far fare i suoi stessi sogni. Portata via da una malattia tanto veloce quanto impietosa, Alessandra Belledi è stata l’anima del Teatro delle Briciole dove ha lavorato dal 1984 e diretto dal 2006 fino al 2019 insieme a Flavia Amerzoni. L’impegno all’interno del Premio Scenario, il progetto S-Chiusi in cui il teatro diventa strumento di rigenerazione urbana, Insolito Festival, la sua ultima creatura, sono questi alcuni tasselli di una lunga militanza teatrale che ha fatto negli anni di Alessandra Belledi un punto di riferimento per artisti – giovani artisti che oggi sono una conferma della scena italiana -, ma anche per organizzatori teatrali e culturali. Lei esprimeva il suo punto di vista senza mai salire in cattedra, dopo aver espresso la sua opinione, attendeva con disponibilità massima quella dei suoi interlocutori, condividendo idee differenti, ma anche difendendo le proprie. Alessandra Belledi era questo: sguardo innamorato su quella creatura fragile ma che sa essere forte e potente, quando è vera, che è il teatro. Questo andava cercando, questo chiedevamo ad Alessandra di indicarci nelle sue mille peregrinazioni, chierica vagante della scena italiana. Dove c’erano spettacoli interessanti, dove c’era un artista che aveva qualcosa da dire, dove c’era la possibilità di intercettare il futuro dell’arte scenica, lei c’era. Ed ogni occasione era preziosa per intrecciare idee, visioni sul teatro. Ti si avvicinava e ti diceva: «L’hai visto quello spettacolo? Cosa ne pensi?». Era convinta che questo fosse il teatro: un continuo scambiarsi idee ed emozioni, una rete di relazioni e di gratuità di sguardi. E in queste ore in cui il dolore e il senso di vuoto hanno la meglio, in tanti raccontano lo sguardo luminoso di Alessandra Belledi, il suo stare in disparte, dietro le quinte ad osservare, a cercare di individuare quella verità che il teatro può restituire con grande forza e delicata incisività. Ecco ci mancherà l’incedere leggero di Alessandra, il suo abbraccio e il suo semplice e sincero benvenuto nel mondo dei sogni, nel mondo del suo teatro sognato, cercato, realizzato e che ora la piange commosso.