Aprendo la finestra sulla stagione teatrale l'orizzonte è grigio. Notizie allarmanti si affacciano e avanzano come onde in un mare in burrasca. Teatri che chiudono, teatri che vengono smantellati, compagnie che si sciolgono, attori disoccupati in attesa di un provino fasullo, professionisti dello spettacolo che ci lasciano, uscendo di scena e non torneranno più. Attori che emigrano in cerca di una Europa che li accolga, progetti che svaniscono per mancanza di sbocchi produttivi. Si naviga a vista, nella speranza di uscire presto da questa tempesta economica, culturale, politica. Anche se la barca va, molti si sono già gettati in mare prima che fosse troppo tardi. Spigolando qua e là ecco alcune notizie che ci hanno invaso la mente. Preoccupandoci.
A Milano, il Teatro Smeraldo, lo storico teatro che ha visto molti generi di spettacolo alternarsi: dal varietà alla prosa, dal musical ai concerti; adesso non ospita più un pubblico variegato, bensì le ruspe che lo stanno demolendo al suo interno per far nascere un Centro Commerciale. Una memoria che si perde e la città privata di un punto di aggregazione e vita sociale. Che danno!
A Roma, il Teatro Colosseo, (che aveva ceduto lo spazio ad un museo di storia romana con tanto di immagini di gladiatori ad uso di turisti in orbita vicino al monumento del Colosseo, poi fallito; ed ora fagocitato da privati per farne una palestra sponsorizzata addirittura dalla star Madonna) dicevamo, il Teatro Colosseo trasferito ad un centinaio di metri più in là, sempre in via Capo d'Africa e ricavato da un ex-garage, assumendo il nome di Nuovo Teatro Colosseo, ha chiuso i battenti: mancanza di fondi; e il suo animatore, conosciuto da tutti solo con il nome di Ulisse, non demorde; e pensa di aprire altri spazi teatrali nei dintorni di Roma. Malattia incurabile quella del teatro ad ogni costo, Per fortuna.
Ad Avola, in Sicilia, un gioiello di teatro recuperato e restaurato dal Comune, non riesce ancora ad avere una programmazione per mancanza di fondi. Così si dice. E noi ci crediamo. Che la cittadinanza faccia qualcosa a sostegno di coloro, e ci sono, che vogliono fare e portare del buon teatro.
Sempre a Roma, il Teatro Valle, (che per due anni è stato tenuto vivo grazie all'impegno civile e al senso di responsabilità di attori, registi, autori, operatori culturali che lo hanno occupato, ospitando una intensa attività culturale e di protesta, adesso che si sono costituiti Fondazione Teatro Valle Bene Comune) il teatro Valle, dicevamo, vede una varietà di soggetti privati intervenire; che in nome della legalità invocano un bando pubblico, mettendo a rischio l'operato di chi per due anni ha fatto di tutto per salvarlo da una destinazione commerciale; e ora anche al rischio di soggetti più forti economicamente della Fondazione che lo vorrebbe gestire. Così è. Vinca chi ha dato.
Lo scorso 11 agosto, è deceduto il regista Lamberto Puggelli, colpito da tempo da una singolarissima malattia. Lo abbiamo saputo per caso, in forma privata, al nostro rientro dall'estero. Abbiamo cercato via Internet articoli a lui dedicati. Silenzio assoluto su tutti i campi; solo un articolo su un giornaletto siciliano. E gli altri? In fondo ha dato molto al teatro sia collaborando con Strehler al Piccolo Teatro di Milano, sia al Teatro stabile di Catania, sia al Teatro Olimpico di Vicenza, sia al Teatro dell'Opera di Roma; e in tante altre prestigiose prestazioni di regista di prosa e lirica, sia all'Associazione "Ingresso Libero" di Catania di cui era tra i soci fondatori aprendo un nuovo tipo di rapporto con il pubblico. Una vita dedicata con amore e impegno al teatro volata via così nella totale noncuranza. Ma tant'è. Che delusione!
Queste poche, veloci e brevi "spigolature", ci portano a pensare che stiamo demolendo il Sistema Teatro non solo coi tagli apportati al Fus e agli Enti locali che fino ad adesso sono stati la fonte primaria per il sostegno della attività teatrale, ma stiamo anche assistendo a una crescente indifferenza da parte del pubblico che non dà segni di protesta e assiste passivo agli accadimenti.
E questo ci rende tristi.
Tristi spigolature di Mario Mattia Giorgetti
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