Il Festival "Printemps des Arts" di Monte-Carlo quest'anno ha compiuto trent'anni.
Da metà marzo a metà aprile, ogni fine settimana, dal venerdì alla domenica, ha proposto e continua a proporre eventi culturali, ricreativi, d'intrattenimento. Per chi? Per i monegaschi? Anche per loro, ma soprattutto per coloro, e sono tanti, che vedono in Monte-Carlo una città, o meglio un mondo a cui ambire, da vivere.
Monte-Carlo ha in sé una varietà di realtà da conoscere: dalle ville aristocratiche, ai palazzi che "grattano" il cielo, a costruzioni di solido cemento che si affacciano sul mare, al porto che accoglie imbarcazioni di ogni genere e che battono bandiere di tanti paesi, a tornanti su cui sfrecciano auto storiche, o super carrozzate, o super lucide; ma soprattutto offre un miraggio di piante, secolari e no, bellissime, curate, intriganti; giardini amati, con aiuole ricche di fiori colorati; sentieri per piacevoli passeggiate. Ha tutto questo, ma soprattutto ha una piazza, il vero cuore di Monte-Carlo, su cui si affaccia il Casinò, vera mecca per chi ama il gioco d'azzardo, con la sua Salle Garnier, uno spettacolo di architetture dorate e di gusto barocco, in cui agisce l'Opera di Monaco, e l'Hotel de Paris, vero centro di accoglienza su cui gravitano gli eventi, sia nella Sala Beaumarchais, sia in quella Empire.
E' in quest'area che si può conoscere la vera anima di Monte-Carlo: qui passano tutti, protagonisti, comprimari e comparse. Si annusano, si guardano, si vivono. E' qui che pulsa il Festival Printemps.
In uno scorcio di stagione il Festival ha dedicato un week-end alle Arti, allo scibile, all'universo del Giappone: performances musicali con tipici e originali strumenti asiatici, complessi orchestrali che della musica hanno fatto il loro segno distintivo, dimostrazioni di arte Zen, incontri-conferenze per approcci alla filosofia Zen, buddista, a dimostrazioni di danza, il Buto, all'arte floreale, a pubblicazioni dimostrative, a documentari sui giardini di Kyoto, a trasmissioni televisive, a fotografi impegnati a immortalare i momenti salienti, ai complicati riti del the, e chi più ne ha più ne metta. Una pletora di giapponesi ha animato le strade, i negozi da super ricchi, ha vissuto il fascino di Monte-Carlo come un luogo delle Meraviglie. Abbiamo imparato come si svolge la cerimonia del the in tutti i suoi passaggi.
Abbiamo vissuto l'essenzialità dei loro gesti, del loro porsi, dei loro eventi, in contrasto dialettico con gli ori degli stucchi barocchi sulle pareti delle sale, con gli affreschi sui soffitti, con gli specchi dominanti posizionati in ogni dove. Abbiamo seguito i suoni delle loro affabulazioni, loquaci, fluenti, impenetrabili. Abbiamo osservato, e ammirato, l'attenzione del pubblico partecipante agli incontri, sorpreso di scoprire un mondo nuovo, più teso verso la spiritualità dell'essere umano che alla materia, al possesso.
Insomma, questo frammento del "Festival Printemps des Arts", di stampo giapponese, ha portato segni, cultura e cose su cui molti dovranno riflettere.