Gala di danza in tre parti
Stage manager K. Fortuna
Supervisione artistica K. Pastor
Maestri di balletto A. Kuskowska, S. Lysy, W. Mazepczyk
Con Polish National Ballet
Luci P. Jasinski, M. Soszynski, K. Zamojski
Direttrice d’orchestra Marta Kluczynska
Dal 1 gennaio 2021 al 18 febbraio 2021, in streaming su https://vod.teatrwielki.pl/ e su YouTube
Nessuno può negare che i mesi scorsi, ormai da quasi un anno, siano stati molto difficili per le arti e quindi anche per la danza. Il lavoro discontinuo e poi del tutto fermo non ha permesso agli spettacoli di proseguire e così molte compagnie di balletto hanno scelto di reinventarsi registrando spettacoli e gala da proporre online agli amanti di questo mondo, per continuare a fruire della sua bellezza. Tra questi, anche i primi ballerini ed altri artisti del Polish National Ballet, che hanno costruito uno spettacolo scelto per iniziare l’anno con la speranza che possa essere più fruttuoso e migliore. Il repertorio che questa compagnia polacca mette in scena è davvero molto vasto e spazia per diversi stili e generi della danza, talvolta mescolandoli. Ma soprattutto ci permette di scoprire anche dei balletti poco rappresentati, non noti al grande pubblico spesso abituato a conoscere le storie e le coreografie più famose. È senza dubbio presente anche la tradizione, talvolta rivisitata, talvolta intatta. Il gala è composto da tre parti, ciascuna di circa un’ora, che vedono prettamente protagonisti i grandi balletti classici, ma anche pezzi di contemporaneo e di neoclassico, più puro oppure dalle linee più morbide e delicate. La scenografia non è presente e soltanto i giochi di luce e colori mettono in risalto ciò che si sta svolgendo sulla scena. Ad aprire l’intero spettacolo è proprio un pezzo d’insieme di contemporaneo che si mescola allo stile neoclassico. Sembra di essere immersi in un fondale marino, un ambiente acquatico che viene reso tale dalla musica lenta e fluida, nonostante si accompagni a passi spesso più ritmati e veloci. Seguono brani e coreografie tratte dal repertorio classico, come il Grand pas de deux de Lo Schiaccianoci, che si discosta in parte dal famosissimo codificato dal Royal Ballet, poi le favole come La Bella Addormentata, in cui sembra di essere davvero in un’atmosfera magica, fiabesca, in cui una principessa con tanto di corona e tutù scintillante balla con il suo principe, ma anche Le Corsaire, La Bayadère, L’Uccellino Azzurro (sempre tratto da La Bella Addormentata), che in tutù leggermente conico, di un azzurro iridescente sembra davvero volare da un punto all’altro del palco. Ma quel che più colpisce è appunto la ricerca di brani meno noti, la scelta di mettere di fronte al pubblico balletti che meritano di essere scoperti o riscoperti, che acquistano pari dignità rispetto ai “cugini più famosi”. Ad esempio Satanella (detto anche Il Diavolo innamorato), oppure Tristano e Isotta, ancora L’Infiorata a Genzano e molti altri. Così come anche in contemporaneo ed in neoclassico ci sono novità quali Prayer, Toccata, Moving Rooms, accanto al più famoso Bolero. Quello che rimane impresso, alla fine di questa carrellata di danza che fa respirare tanta emozione, è il teatro vuoto, privo di applausi ogni volta che un ballerino, una coppia o un gruppo, avanza sul proscenio, inchinandosi, con lo stesso sorriso, ad un pubblico dietro uno schermo.
Francesca Myriam Chiatto