coreografo Marco Chenevier
produzione TIDA / Teatro Instabile di Aosta
5 danzatori
musiche di scena Villa Lobos, Yann Tiersen
Marghera-VE, Teatro Aurora 17 gennaio 2014
In tempi di crisi come quelli in cui stiamo vivendo ora, risulta necessario ottimizzare il più possibile le risorse e arrangiarsi con le forze che si hanno a disposizione: emblematico e curioso, in questo contesto, il caso di"Quintetto", spettacolo della compagnia Teatro Instabile d'Aosta, che riflette in maniera ironica e diretta sui tagli che dal 2008 ad oggi hanno diminuito di netto i finanziamenti per lo spettacolo, arrivando addirittura ad una riduzione dell'80% in Val d'Aosta.
Marco Chenevier, coreografo e performer, si presenta in scena, saluta il pubblico e, in modo informale, presenta lo spettacolo, "Quintetto", una coreografia composta da cinque danzatori. I numeri però non lasciano via d'uscita: con un taglio dell'80% dei cinque ballerini previsti ne rimane, per forza, uno solo. E allora, come nella migliore tradizione italiana del sapersi arrangiare, si trova una soluzione servendosi di ciò che si ha a disposizione: il pubblico. Sono proprio gli ignari spettatori ad essere chiamati in causa per sostituire gli assenti.
Due tecnici del suono, due datori luci e quattro attori improvvisati vengono velocemente indottrinati sui loro compiti ai fini dello spettacolo vero e proprio che di lì a poco avrebbero dovuto realizzare e, anche se le indicazioni sono per lo più suggerimenti approssimativi, incredibile ma vero, lo spettacolo viene costruito e messo in scena con una poetica e un senso ben precisi.
"Bisogna avere un caos dentro di sé per generare una stella danzante" scriveva il filosofo Nietzsche in Così parlò Zaratustra, così nel caso di questo spettacolo dal 'caos' spicca in maniera inconfondibile la 'stella danzante': gli assoli di Chenevier riflettono tecnica ed emozione nei vari momenti della messa in scena, voglia di uscire dagli schemi nella fase della 'reazione' o bisogno di estensione sviluppato in grandi movimenti circolari nel momento del 'sogno'; Chenevier si rivela performer completo, coinvolgente, ironico, preciso, bravo nell'orchestrare le situazioni che mano a mano si presentano e questo suo modo semplice e confidenziale di comunicare con il pubblico spezza ogni ultima forma di distanza tra palco e platea.
Tanto spontaneo da convincere il pubblico, "Quintetto" è uno spettacolo che invita a riflessioni di varia natura: è un gioco molto serio quello che si sviluppa sotto gli occhi dei presenti, può sfuggire di mano e sta dunque alla bravura del performer recuperare la situazione nel caso si presenti qualche difficoltà, parla della crisi che sta inesorabilmente attraversando il nostro paese costringendoci a reinventarci e riadattarci, parla di noi e del nostro modo di porci di fronte alle difficoltà e ai problemi e, infine, sa andare oltre il pretesto dell'azione sviluppandola in critica costruttiva.
Valentina Dall'Ara