da Le sacre de printemps
di Igor Stravinskij
danzato e creato con: Andrea Capaldi, Ambra Chiarello, Andrea Coppone, Massimiliano Frascà, Francesco Gabrielli, Sara Ippolito, Francesca Lombardo, Carlo Massari, Gianluca Pezzino, Livia Porzio, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Chiara Taviani, Teresa Timpano
ideazione e coreografia: Michela Lucenti, incursioni sonore: Maurizio Camilli, produzione: Balletto Civile / Fondazione Teatro Due
Isola Giarola (Villanova d'Arda – Piacenza), 15 ottobre 2011
Reggo Emilia, piazza Martiri inserito nel Festival Aperto, 7 luglio 2011
C'è chi fa outing, piccolo, pelato, con scarpe da donne dichiara: «Io sono nero...» ed è un modo per dire della sua diversità (sessuale?). Chi offre prestazioni sessuali, la violenza del branco diventa un rito estraniato in cui a turno l'atto sessuale è mimato con anafettiva ripetitività e indolenza. Cosa succede nello spazio polveroso su cui danzano i ballerini di Michela Lucenti, avendo come sfondo il buio della notte? Succede che i ragazzi danzano loro stessi, danzano le solitudini di uomini e donne che sono come frasche mosse dal vento, che sono in balia di tutto e di tutti, che nel giocoso sfidarsi nascondono l'impossibilità di essere adulti, che nella comicità del loro porsi anestetizzano l'angoscia. Michela Lucenti racconta tutto ciò guidando con mano ferma e grande energia i 'cuccioli' di Balletto Civile e lo fa con una coreografia matura, in cui i gesti dicono, in cui la gestione dello spazio si fa vibrante così come lo sono i corpi dei ballerini, il loro darsi senza risparmio. Il sacro della primavera è un lavoro che dà emozioni, è un lavoro dalla grande fisicità, ma soprattutto è il segno di una maturità coreografica di Lucenti che promette bene, una scrittura che sa essere incisiva, fresca, piane di voglia di mettere cuore e corpo a favore di una coscienza attiva e arrabbiata nei confronti di una inciviltà divagante che tarpa le ali al futuro non solo dei giovani ma della comunità stessa.
Nicola Arrigoni