Direzione artistica: Marcello Angelini
Produzione: Management MD
Cast: Youhee Son, Hyonjun Rhee, Maine Kawashima, Arman Zazyan, Diana Gomez, Rodrigo Hermesmeyer, Jaimi Cullen, Carla Lopez, Regina Montgomery, Beatrice Sebelin, Andres Figueroa, Matteo Manzoni, DaeHan Na, Chong Sun, Julie Marquet, Daniel van de Laar, Gabriela Gonzalez, Joao Sampaio, Jonathan Ramirez, Jennifer Grace, Madalina Stoica, Cavan Conley, Andrew Silks, Erin Pritchard
Trieste, Politeama Rossetti, 30 marzo 2016
Debutto assoluto in Italia per una delle più rilevanti compagnie di danza contemporanea degli Stati Uniti. Il Tulsa Ballet fa tappa al Politeama Rossetti di Trieste offrendo una performance di memorabile valore. Direttamente dall'Oklahoma si è esibito in tre numeri coreografici tratti da un affascinante repertorio internazionale, così come è internazionale la provenienza dei suoi ballerini (da ben 14 paesi), guidati nella direzione artistica (sin dal 1995) dall'italiano Marcello Angelini. Tre creazioni molto diverse tra loro, che hanno evidenziato la versatilità interpretativa del gruppo, la duttilità nello sposare cifre, stili e suggestioni propri di milieu artistico-culturali vari e molteplici. Il titolo recitava "Master of Dance" proprio per sottolineare l'omaggio a maestri del panorama mondiale. Ucraino è infatti Yuri Possokhov, coreografo di "Classical Symphony", "lavoro neoclassico di inconsueta bellezza e di esplosiva energia" in cui, sulle note di Prokofiev, i performers hanno intessuto un inno sulle punte alla leggiadria. Movimenti fluidi, inizialmente leggeri e aerei, un po' manierati, poi solenni e lenti a tratteggiare un mondo sospeso, sorridente, in bilico tra classicità e modernità.
A confermare l'eclettismo del loro repertorio è stata la scelta di "Petite morte" che il ceco Jiri Kylián ha creato nel 1991, in occasione del bicentenario della morte di Mozart, attingendo agli excerpta più lenti dei famosi concerti per pianoforte e orchestra K488 (Adagio) e K467 (Andante). Una coreografia acclamata nel finale dal pubblico per la sua coinvolgente capacità di rottura volta a rileggere il '700 con toni inquietanti e sensuali. Composita nella sua originalità, assembla parti corali maschili, dove la danza si accompagna all'uso elegante e insieme violento del fioretto, con amplessi e desideri di coppia in un gioco morbido ed inesausto di pulsioni, storicizzato attraverso corsetti e vuoti abiti settecenteschi. L'equilibrio apollineo cerca costantemente la carnalità, il gesto lindo e nitido la volontà più dissimulata, la bellezza la brutalità, tra corse sulla scena ed ampi sudari neri di raso pronti ad inghiottire tutto il visibile con subitanea voracità.
Celebra con ironia l'american way of life l'ultima esibizione del Tulsa Ballet, un divertissement che oppone in modo scanzonato ed energico boys and girls. Intitolato "Rooster" e firmato dall'inglese Christopher Bruce ("il Nureyev del balletto contemporaneo" secondo il Daily Telegraph) è un gioco dinamico di seduzioni ed ammiccamenti ispirato a otto brani senza tempo dei Rolling Stones, tra cui appunto Little Red Rooster.
Ammalia la grande preparazione tecnica dell'ensemble e l'espressività mai acerba con cui invade il palcoscenico, pronta a declinarsi sulle più svariate sollecitazioni sonore e spaziali.
Elena Pousché