(ossia Il Figlio per azzardo)
musica: Gioachino Rossini
direttore: Carlo Rizzari, regia: Daniele Abbado
con Bruno De Simone, Lorenzo Ragazzo, Giovanna Donadini
scene: Angelo Linzalata, costumi: Giada Palloni, luci: Guido Levi
Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Roma, Auditorium, 18 giugno 2007
«Il totale di questo mostruosissimo impasto fu accolto da luminosi segni di disapprovazione di un pubblico intelligente»: sto citando le «salaci parole» di un anonimo recensore del Giornale Dipartimentale dell' Adriatico, riportate sul programma di sala della Rossini-soirée all' Auditorium...era l' insuccesso incontrato da «Il signor Bruschino» di Gioacchino Rossini alla prima nel Teatro Giustiniani di San Moisè in quel di Venezia, il 27 gennaio 1813. Tutt' altra accoglienza toccò invece alla ripresa veneziana della irresistibile «farsa» rossiniana in un atto, voluta nel 1938 dall' allora sovrintendente della Fenice, Goffredo Petrassi. A parte il successo ottenuto ora (mica per caso?) nella Sala Petrassi - ancora Petrassi! - sul filo del buffo rossiniano. Sbaglia però chi ha ritenuto utile, ai fini del successo di una pudica Farsa-Bruschino, il fattore provincial-televisivo delle ragazze scodinzolanti all' imbocco dello scalone della piccola e preziosa sala. La regia era di Daniele Abbado, ma se questa scelta non era sua, allora sorvoliamo? Passi per la scena unica della casa di tolleranza, ma il senso stesso del «buffo» - per dirla con Shakespeare - il cuore del cuore della farsa proviene dal sapiente artigianato poetico e musicale di Rossini, più che da una moderna gag. Penso ai due duetti, alle tre arie del Bruschino, all' umanità dei personaggi, al fraseggio (precipitoso), alla vocalità ritmata del basso buffo d' accompagnamento, agli equivoci squisitamente rossiniani (inclusa l' aria di Bruschino padre), tutto tanto più spettacolare delle ragazze dalla maschera lunare e il body di pizzo nero. Daniele Abbado lo sapeva al punto da scommettere sulla leggerezza trasgressiva e la comicità affettuosamente umana dei comportamenti musicali. I cantanti hanno Rossini nel Dna, come il basso Bruno de Simone (Bruschino senior) e il mezzosoprano Giovanna Donadini (Marianna) fino alla burrosa Sofia, la sposa contesa dal candore anglosassone di Jessica Pratt. Il complesso strumentale di Santa Cecilia diretto da Carlo Rizzari brillava «decorato» a festa dal clarinetto di Carbonare e l' oboe di Vignali.
Mya Tannenbaum