di Giacomo Puccini
direttore: Eugene Kohn
scene e regia: Enrico Castiglione
costumi: Sonia Cammarata
con Martina Serafin, Marcello Giordani, Renato Bruson
Orchestra Teatro Vittorio Emanuele Messina
Taormina, Teatro Antico, 8 e 10 agosto 2008
TAORMINA - Una "Tosca" sotto il segno della tradizione conquista Taormina. Venerdì sera il magico ed incomparabile spazio del Teatro Antico ha ospitato la prima dello spettacolo di punta della sezione musica della rassegna "Taormina Arte". Il capolavoro di Puccini, scelto per festeggiarne il centocinquantesimo anno dalla nascita, è stato realizzato da Enrico Castiglione (direttore artistico della rassegna, e per l'occasione regista e scenografo) riducendo al minimo gli elementi scenici, data la particolarità dello spazio scenico. Alcuni di essi, come il grande altare di Sant'Andrea della Valle nel primo atto si trasforma nella libreria di Palazzo Farnese del secondo. Unico elemento fisso, che incombe dall'inizio alla fine dell'opera è la statua dell'angelo di Castel Sant'Angelo. Per il resto, una pedana di legno praticabile per l'impalcatura dove Cavaradossi dipinge il quadro della Maddalena, e dalla parte opposta della scena, la Cappella Attivanti, rifugio di Angelotti. L'impostazione scenica è funzionale (ed i costumi di Sonia Cammarata sono molto eleganti), anche se con alcuni momenti discutibili, come l'ingresso del coro per il "Te Deum" nel primo atto, che non sa bene a chi rivolgersi, e i soldati di Casel Sant'Angelo, che alla fine dell'opera salgono sul palco con i fucili puntati verso il pubblico.
La fragilità della regia era bilanciata dall'esperienza e dalla bravura del cast. Il soprano austriaco Martina Serafin, che era stata l'applaudita Tosca nello spettacolo inaugurale dell'ultima stagione all'Opera di Roma, ha convinto soprattutto per il suo temperamento drammatico e la capacità di restituire al meglio pagine notissime, come "Vissi d'arte", accolta da una vera e propria ovazione da parte dei quattromila spettatori. Il tenore Marcello Giordani, nei panni di Cavaradossi, ha avuto un inizio appannato, ma poi si è riscattato nel terzo atto, e gli applausi sono arrivati puntuali dopo "E lucean le stelle". Il perfido Scarpia era il veterano Renato Bruson, ancora in grado di disegnare, soprattutto scenicamente, i tratti sulfurei del personaggio. Completavano adeguatamente il cast Alessandro Guerzoni (Angelotti), Angelo Nardinocchi (sagrestano) e Aldo Bruni (Spoletta).
L'americano Eugene Kohn dirigeva con buon mestiere, ma anche con tempi talvolta troppo lenti la giovane e volonterosa Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, un complesso interessante ma disomogeneo; molto buoni i fiati ma deboli gli archi. L'opera si replica questa sera; il festival prosegue fino al 25 agosto. Tra gli appuntamenti di maggior rilievo l'esecuzione integrale delle Sinfonie di Beethoven, affidate a Lorin Maazel alla guida dell'Orchestra Symphonica Toscanini, in programma dal 19 al 23 agosto.
Luca Della Libera
L' Italia dei festival estivi è una realtà estremamente frammentata, come del resto è nella nostra natura. In altri Paesi vi sono poche ma rilevanti manifestazioni a carattere nazionale, da noi ogni città, cittadina o paese, anziché coalizzarsi con il confinante, preferisce far da sé: si hanno forse più festival di musica che sagre del pesce. Ciò significa che la torta finanziaria si divide in mille briciole e che a emergere sono i pochi capaci di esprimere idee significative nella programmazione, come si è cercato di rendere conto in queste cronache domenicali. Nondimeno mancano realtà dove il denaro, tanto o poco che sia, viene sperperato in proposte discutibili. Da questo punto di vista una nomination spetta senz' altro al settore musicale di Taormina arte. Bene cioè invitare Lorin Maazel a realizzare nell' incanto del Teatro antico l' integrale delle Sinfonie di Beethoven (in corso in questi giorni), anche perché la relativa conoscenza non è ovvia come si pensa, ma che il direttore artistico commissioni a se medesimo la messinscena dell' ennesima, inutile Tosca di stagione non è cosa simpatica. Conflitto d' interessi a parte, il fatto è che Enrico Castiglione non è un regista. Lo si vede in troppi dettagli ben oltre il ridicolo: il coro del Te Deum intonato spalle all' altare, Spoletta che finge di chiudere una porta immaginaria, la polizia di Scarpia che cerca Tosca brandendo le armi verso il pubblico. Fortunatamente, gli interpreti «con scenica scienza» - per parafrasare Tosca - «sanno la movenza» e se la cavano da sé ma comunque non è un bel vedere. Lo spettacolo è modesto. L' esatto contrario di quanto annunciato la vigilia: «l' evento dell' estate musicale europea», «il Festival di Salisburgo s' inchina a Taormina arte» e altri surreali proclami del genere. Discutibile anche la parte musicale, realizzata tuttavia da professionisti seri. Tale nella fattispecie è il maestro Eugene Kohn, pur autore di una lettura troppo compassata, lenta non solo in sé ma anche in relazione al contesto di un teatro all' aperto e al volume di suono prodotto dall' Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, formazione che deve crescere. Positiva però la prova degli interpreti: il navigato Scarpia di Renato Bruson, il Cavaradossi tanta voce e poco stile di Marcello Giordani e la Tosca poco carisma ma bella voce di Martina Serafin. Buono, in ogni caso, il successo.
Enrico Girardi