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COSE CHE SO ESSERE VERE - regia Valerio Binasco

"Cose che so essere vere",  regia Valerio Binasco "Cose che so essere vere",  regia Valerio Binasco

 

(Things I Know to Be True)
di Andrew Bovell
traduzione Micol Jalla
regia Valerio Binasco 
con Giuliana De Sio, Valerio Binasco 
e (in ordine alfabetico) 
Fabrizio Costella, Giovanni Drago, Giordana Faggiano, Stefania Medri
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Alessio Rosati
suono Filippo Conti
Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale
Cose che so essere vere è stato prodotto per la prima volta dalla State Theatre Company of South Australia e da Frantic Assembly nel 2016.
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di HLA Management Pty Ltd
con il sostegno di Fondazione CRT
Torino, Teatro Carignano dal 7 al 27 ottobre 2024

www.Sipario.it, 22 ottobre 2024

Un’apertura di stagione folgorante per il Teatro Stabile di Torino che ha riconfermato il suo direttore artistico Valerio Binasco, capace di intercettare testi internazionali contemporanei di grande presa emotiva, coinvolgenti, popolari e raffinati, in linea con i compiti statutari di un Teatro Nazionale. Cose che so essere vere dell’australiano Andrew Bovell è una storia di famiglia che scava nei meandri delle relazioni tra gli umani, fotografando stati d’animo, pulsioni, caratteri e atteggiamenti verosimili e vicini a ogni spettatore. Una madre, un padre, quattro figli adulti, un evento imprevisto e definitivo da cui si diparte una matassa che ruota a rovescio, per ripartire dall’inizio quando niente è accaduto. Così la madre perfetta di Giuliana De Sio, Fran, che coglie le fragilità inespresse di ciascun figlio, tranne quella volta quando il passo è davvero troppo grande. Il padre di Binasco, Bob, di struggente tenerezza nel suo rifugiarsi tra le piante del giardino per riempire un’esistenza svuotata. E’ il padre di tutti, che recrimina per le omissioni, che consiglierebbe, che si oppone al deragliare fuori dalle leggi. Poi i figli. Giordana Faggiano Rosie. La più piccola, impaurita e fragile, eterna adolescente, l’insicurezza è il suo destino. La più grande Pip, di Stefania Medri, piccata e rivendicativa, ma a sua volta ferita e dolente per i dolori altrui. Il figlio Ben di Fabrizio Costella, l’ambizioso, il più debole, vittima di dipendenze, delinque, è motivo di scontro tra i genitori. E poi c’è Mark di Giovanni Drago, che non è più Mark. Ruolo impervio, sfuggente, scientemente abbozzato. Vivida la traduzione e ottimo il lavoro sugli attori del regista e coprotagonista Binasco. Conforta sapere che la pièce, dopo la prima nazionale a Torino e le repliche al Teatro Carignano fino al 27 ottobre, partirà per una lunga tournée che toccherà Milano, Livorno, Pistoia, Bolzano, Trento, Trieste, Napoli, Roma, Fano, Padova, Treviso, Salerno, Prato, fino a febbraio. Da vedere. 

Maura Sesia

Ultima modifica il Giovedì, 24 Ottobre 2024 12:01

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