Progetto speciale per i vent'anni di Armunia,
uno spettacolo di Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia,
con Gabriella Carli, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano e Giulia Solano
produzione Compagnia Lombardi – Tiezzi, I Sacchi di Sabbia / Massimiliano Civica,
con il sostegno di Armunia Festival Inequilibrio
al teatro Comunale di Casalmaggiore, 8 febbraio 2017
Ci sono spettacoli che brillano di una rara intelligenza, che non si limitano a raccontare ma suggeriscono, alludono, aprono varchi di pensiero. Ci sono spettacoli che dovrebbe essere obbligatorio vedere e programmare. Uno di questi è senza dubbio I dialoghi degli dei di Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia. Perché bisogna vederlo? Perché dimostra come sia possibile fare del teatro uno strumento di divertito pensiero, come sia possibile ridere con i dialoghi di Luciano e sorridere delle piccolezze umane, di un mondo della scuola che nel bene e nel male ci appartiene e abbiamo tutti dentro. Due studenti: Carbone e Parrotto, una prof con le sue interrogazioni a sorpresa e le sue preferenze. Non appena Carbone apre bocca è: 'Carbone, 2', senza possibilità d'appello, per Parrotto invece l'8 è assicurato. In mezzo Zeus ed Era, Zeus e Ganimede, in mezzo gli dei, materia di interrogazione: le relazioni amorose extraconiugali del signore dell'Olimpo, l'amore per il bel Ganimede – unioni civili ante litteram? – la nascita di Dioniso dalla coscia di Zeus, un anticipazione dell'utero in affitto?
In un procedere per sketch comicità e canto del maggio si uniscono, senza soluzione di continuità, in un divertito e rigoroso rimbalzare di battute e mimica. Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerreri, Enzo Illiano e Giulia Solano sono seduti al loro posto: i due studenti da una parte, in mezzo gli dei e dall'altra la prof, eppure si ha l'impressione di un movimento continuo con mente e vocalità, mimica e una immobilità fremente. I dialoghi degli dei è uno spettacolo di raro acume, in cui nel rito della scuola deflagra il portato classico in cui – sembrano dirci attori e regista – c'è molto del nostro presente. Insomma il mito ancora oggi ci può aiutare a leggere quello che consideriamo questione del nostro presente. Tutto questo sul palcoscenico viene agito e detto con grande leggerezza, con la dissacrante ironia toscana e un'attenzione alla misura che stupisce sempre, anche se è la marca estetica di Massimiliano Civica.
Alla fine di un'oretta scarsa di racconto, di dialoghi su una classicità olimpica godereccia, divertitamente umana si applaude volentieri e calorosamente agli attori e ci si sente in dovere di ringraziarli per l'intelligenza, il buon gusto, lo spessore, la comicità di un lavoro che rappresenta un ottimo esercizio neuronale per lo spettatore impigrito dall'ovvio che circola in troppi spettacoli rassicuranti e banali.
Nicola Arrigoni