di Fausto Paravidino
Regia: Fausto Paravidino
Scene: Laura Benzi. Costumi: Sandra Cardini
Interpreti: Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Davide Lorino, Barbara Moselli, Sara Putignano
Produzione: Teatro Stabile di Bolzano
Genova, Teatro dell'Archivolto, 8 e 9 aprile 2016
Sospeso tra surreale, noir e psicologico, Fausto Paravidino ha portato sul palco del Teatro dell'Archivolto di Genova uno spettacolo che costituisce una delle sue più convincenti prove di drammaturgo e interprete. Paravidino, nei panni di un uomo vittima di una timidezza ed un'ansia al limite del patologico, convince appieno nel delineare una personalità sofferente nella continua repulsa e desiderio del contatto con l'altro da sé. Accanto all'autore del testo recitano Iris Fusetti, Sara Putignano e Davide Lorino, nei ruoli rispettivamente della compagna Greta, la vicina Chiara e suo marito. I quattro dialogano, si incontrano e scontrano palesando infine le proprie debolezze. Gli elementi caratterizzanti dello spettacolo sono la paura e il bisogno di conforto. Innervati ora da fine ironia ed ora da comicità graffiante, in una continua alternanza di registri, i dialoghi offrono al pubblico momenti che alleviano la tensione che viene sottolineata spesso dal sonoro e da una scenografia essenziale illuminata da un bagliore asettico e che è costituita da una finestra che si spalanca e da una porta alla quale bussa lo sconosciuto. L'esito felice del testo e della regia si regge su interpretazioni convincenti. A tale proposito va apprezzata l'interpretazione di Lorino, che impersona un marito tracotante. Gli scambi verbali e fisici tra quest'ultimo e l'esile compagno di Greta, interpretato da Paravidino, costituiscono le punte comiche del testo. Appropriati sono i costumi, che presentano personaggi che indossano in prevalenza pigiama e vesti da camera, quasi a calarli in una dimensione onirica. In Greta si palesa la paura per l'apparizione del fantasma dell'anziana che abitava nell'appartamento ora dei vicini. Il personaggio dell'anziana, interpretato da Barbara Moselli, è quello meno efficace del testo. In questo modo lo spettacolo, che ha nella solidità della scrittura il suo punto forte, perde incisività nella parte conclusiva.
Gabriele Benelli