in scena Paolo Nani
ideazione Nullo Facchini e Paolo Nani
regia Nullo Facchini
Genova, Teatro della Tosse dal 5 al 8 febbraio 2015
Dopo i primi cinque minuti di spettacolo, capiamo perché La lettera di Paolo Nani è in scena dal 1992, collezionando più di mille repliche in giro per il mondo. Adottato dalla Danimarca in cui si è trasferito nel '90, Paolo Nani è un clown, un mimo, un performer internazionale che, attraverso il rigoroso lavoro sul linguaggio del corpo, realizza spettacoli che abbattono le barriere linguistiche per far divertire un pubblico globale.
Nani entra in scena in abiti clowneschi, con ciuffi di capelli ai lati della testa pelata e occhi rotondi e spiritati. Aiutandosi con dei cartelli, scritti ogni volta nella lingua del paese in cui viene ospitato, ci introduce la sua performance: quello che vedremo è una piccola scena di un uomo che si siede ad un tavolo, beve un bicchiere di un liquido non identificato che prontamente sputa, inizia a scrivere una lettera, la imbusta e, prima di uscire di scena, si accorge che la penna che ha usato non ha lasciato traccia sul foglio.
Ispirandosi a Esercizi di stile di Raymond Queneau, Nani ci propone quella stessa scena in molti stili differenti: normale, all'indietro, due cose alla volta, volgare, pigro, western, horror, cinema muto, senza mani. Si ride a crepapelle. Ogni scena è calibrata al millimetro, incastrata in un ingranaggio oliato e rodato in anni di repliche e di studio.
A fine spettacolo Nani si offre al pubblico per rispondere alle nostre domande. Fuori dal personaggio Nani resta una creatura bizzarra, un corpo allenato e imponente con una capigliatura ridicola, che produce una voce profonda, da consumato attore drammatico. A questo proposito scopriamo che lo spettacolo "funziona" proprio perché il suo creatore non si è mai fossilizzato sul repertorio comico, ma ha mantenuto attivi tutti gli altri colori espressivi.
Lo spettacolo non è mai uguale. Non solo cambia di anno in anno, ma di replica in replica. E il pubblico è una pedina fondamentale nella sua riuscita. Ci confessa che in Belgio gli spettatori ridono piano anche se si stanno divertendo moltissimo, e che in Groenlandia, invece, non possiedono quei riferimenti culturali, come il cinema muto o western, per godere della sua performance.
Il lavoro di Nani è un esempio di come il teatro sia anche studio antropologico e continuo scambio tra attore e spettatore. Questa sua caratteristica impedisce all'esercizio di stile di limitarsi ad essere solo una prova d'attore. Nani cattura ogni suono, ogni reazione della platea e la inserisce nella scena, raffinando ogni dettaglio a seconda della risposta del pubblico. La performance è per noi.
Marianna Norese