di Alexander Vvedenskij
regia Oliver Frljić
traduzione Drago Bajt
dramaturg Eva Kraševec
consulente del linguaggio Tatjana Stanič
disegno costumi Sandra Dekanić
disegno scene Oliver Frljić
disegno luci Milan Podlogar
assistente al dramaturg Nataša Berce
assistente, al disegno scene Adriana Furlan
con Iva Babić, Barbara Cerar, Silva Čušin,
Maša Derganc, Petra Govc,
Nina Ivanišin,
Sabina Kogovšek, Maja Sever, Nina Valič,
Tina Vrbnjak, Barbara Žefran
produzione SNT Drama Ljubljana
Prato, Teatro Metastasio, dal 18 al 21 dicembre 2014
Parodia di un Natale piccolo borghese
Un piccolo alberello in platea si illumina, dieci attrici con corsetti ottocenteschi, mutandoni bianchi e grandi orecchie da coniglio entrano in scena e si mettono in ginocchio, con le mani giunte in segno di preghiera rivolte con lo sguardo verso la scritta "Il teatro è l'oppio del popolo". Seguendo il ritmo di Yumeji's theme di Laurent Korcia, cantano e si muovono insieme verso la vasca al centro della scena. Tra questo coro di voci e corpi si distingue un'altra donna, con un abito nero e il volto triste: è la tata, che si occupa di badare ai dieci figli della famiglia Puzyrev. La vasca, dove i "bambini" (di età compresa tra gli zero e gli ottant'anni) si lavano quotidianamente, diventa luogo di scoperta e di confessione. È proprio durante la pulizia quotidiana che un giorno la trentenne Sonja allude a desideri ed esperienze sessuali. Azzardata e letale sarà l'affermazione della bambina e la porterà alla morte per mano della tata, rigida e spietata educatrice. Da questo omicidio inizia la tragedia, rappresentata con assurda e puntigliosa ironia. L'assassinio si ripete, si moltiplica, per sottolineare ossessivamente la follia della colpevole, finché non giunge la polizia e svela il misfatto. Ancora una volta le fanciulle diventano vittime del potere e vengono costrette a confessare ciò che è accaduto. La bambinaia viene portata in commissariato e poi direttamente in un ospedale psichiatrico, dove viene accolta da stravaganti infermiere e dottoresse (le stesse dieci interpreti femminile vestite con camici e occhiali), che ribadiscono la sua assoluta e cosciente colpevolezza. La donna giustifica il suo atto continuando ad affermare di essere pazza, unico torto che ha il coraggio di ammettere, ma non viene presa sul serio. Finalmente i bambini possono vendicarsi e, con le note di Le Carnaval des Animaux in sottofondo, accusare la donna di tutto ciò che ha fatto loro finora. Agghiacciante ed evocativo il racconto che vede i coniugi Puzyrev, appena tornati dal balletto, impegnati in atti sessuali, mentre dovrebbero invece piangere la figlia morta, già pronta per la bara. Tutto lo spettacolo è diviso in nove quadri, cornici musicale e narrative che rimandano all'evento chiave e introducono lo spettatore in un mondo surreale. Un mondo infantile, in cui gioco e morte si confondono assumendo entrambi i tratti e i colori del Natale. Esplosive le attrice della Slovenian National Theatre Drama di Ljubljana, dirette dal croato Oliver Frljic in questo schizofrenico e sarcastico allestimento.
Sara Bonci