Una commedia di Jonathan Bats
Scene Jeremy Herbert, Luci David Howe, Disegno luci originale Mike Gunning
Costumi Amy Roberts, Musica e suono Ben & Max Ringham
Regia Tom Cairns
Con Simon Callow
Produzione Howard Panter for Ambassador Theatre Group ad Assembly Theatre with Marshall Cordell and Act Productions
Traduzione per la commedia di Jonathan Bate, per i sopratitoli italiani Andrea Selleri
Prima italiana: Trieste, Politeama Rossetti 6 ottobre 2010
"All the world's a stage and all the men and women merely players"... La parola shakespeariana, nella sua veste inglese originaria, sola sul palcoscenico ad inverare verità universali. Ma anche a tracciare una verisimile e vivace biografia dello stesso leggendario drammaturgo. È questo l'intento dello spettacolo "Shakespeare. The Man from Stratford" (regia di Tom Cairns), andato in scena a Trieste come assoluta novità in Italia e interpretato da un attore britannico di carisma internazionale come Simon Callow. La star cinematografica di Amadeus, Camera con vista, Shakespeare in love, Quattro matrimoni e un funerale, Il fantasma dell'Opera, Christmas Carol..., molto applaudita anche dalle platee inglesi per le sue performance teatrali, ha collaborato per questa produzione con Jonathan Bate, uno dei più grandi studiosi del bardo, per ricostruirne la vita privata – vista la scarsità di notizie da altre fonti – ispirandosi alle sue famosissime opere. A cominciare proprio dal monologo sulle "sette età" dell'uomo contenuto in As you like it per ipotizzare plausibilmente come son state quelle del genio teatrale inglese: dall'infanzia nell'età elisabettiana trascorsa nella medievale contea del Warwickshire fino alla morte e alla sepoltura senza clamori a cinquantadue anni, ormai da nonno felice di una nipotina.
Callow, con voce corposa e suadente, passa continuamente dal ruolo di narratore arguto a quello di personaggio shakespeariano (ne propone ben più di quaranta durante la serata!), tra aneddoti, ritratti, memorie, sonetti. Emerge dalla semplice scena scura che l'inghiotte (corredata dalla proiezione dei sopratitoli) con una vocalità agile, modulando intonazione, ritmo e registro in un continuum d'effetto. Piace soprattutto quella sua affabulazione diretta, fisica, senza infingimenti, e quel suo sguardo lucido sulla storia di un'epoca in cui il teatro e l'invenzione spettacolare diventarono il fulcro della realtà.
Elena Pousché