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L'immigrazione
redatto da Anselmi Ivan, Scaletta Matteo, Gianmarco Tondini, Titone Vincenzo
IPC Cosentino di Marsala

Fra i tanti temi attuali, quello dell'immigrazione è senza dubbio uno dei più scottanti.

La globalizzazione dell'economia e lo sviluppo delle comunicazioni e dei trasporti hanno consentito massicce migrazioni di popolazioni, quali mai si erano verificate nella storia dell'uomo. Un ruolo chiave l'ha giocato pure la televisione, che ormai arriva anche nei più sperduti villaggi del mondo: molti tra i più poveri della terra, scambiando per realtà i miraggi offerti dalla pubblicità e dalle trasmissioni televisive dell'Occidente, sono emigrati, andando spesso incontro a forti delusioni.
Attratti da condizioni di vita e di lavoro giudicate migliori, dunque, masse di diseredati si sono spostate nell'Occidente ricco e sviluppato, causando problemi nuovi e complessi. Leggendo quotidiani, libri, riviste o ascoltando i pareri di politici, esperti, studiosi e opinion-maker si notano interpretazioni del fenomeno contraddittorie. È perciò ancora oggettivamente difficile oggi, farsi sull'immigrazione un'idea abbastanza attendibile, che vada al di là di luoghi comuni e di vaghe sensazioni. Le varie parti politiche riguardo l'immigrazione si pongono su posizione diametralmente opposti. La miseria, la fame spingono quotidianamente questa povera gente a imbarcarsi su piccole barche e affrontare un lungo viaggio in mare, sbarcando poi sulle nostre coste. Essi sperano di trovare una terra migliore che offra loro soprattutto un lavoro ed un'integrazione nella società. L'inserimento nella società per gli extracomunitari non è però facile, perché costituiscono una concorrenza per i posti di lavoro, già scarsi.
 A nostro avviso, l'accettazione del diverso, di chi proviene da altre culture, di chi è povero e soffre la fame, è fuori discussione. La solidarietà, la tolleranza, l'uguaglianza sono valori riconosciuti da tutte le democrazie. Ciò non toglie che anche la sicurezza sia un valore molto sentito dalla totalità dei cittadini. E sarebbe arduo negare che l'immigrazione abbia contribuito a incrementare la criminalità e i loschi traffici della malavita. E' anche vero che molta manodopera che arriva in Italia è dequalificata, offre per lo più lavoro a basso costo a imprenditori poco competitivi, che risultano essere gli unici a trarre profitto dall'immigrazione, grazie a una sorta di reintroduzione dello schiavismo. Una faccenda insomma che ci fa poco onore. Mentre i costi ingentissimi dell'immigrazione: istruzione, assistenza sociale e sanitaria, formazione lavorativa, servizi vari ricadono sulle spalle della collettività e cioè del cittadino comune, che paga le tasse, il quale spesso sarebbe pur disposto a fare certi lavori "umili", ma dietro un salario più equo. Ultimamente la polemica riguarda i Centri di permanenza temporanei, i cosiddetti Cpt, istituiti nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano.
 Coloro che ne denunciano il grave stato di degrado e ne vorrebbero la chiusura, non sanno proporre alternative credibili, che salvaguardino l'ordine pubblico.
 D'altra parte è vero che alcuni lavori difficili e gravosi sono ormai svolti quasi esclusivamente da immigrati. Per esempio solo grazie alla presenza di "badanti" straniere, oggi gli italiani possono affrontare i gravi problemi che l'invecchiamento della popolazione con la necessaria assistenza agli anziani determina.
Come si è soltanto accennato, le questioni connesse all'immigrazione sono tante e tali da ingenerare nel singolo un comprensibile disorientamento. Dobbiamo imparare ad informarci e convivere consapevolmente con questa realtà.

Ultima modifica il Sabato, 12 Dicembre 2015 22:49
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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