TI FARÒ CHIAMARE ZIA C’è qualcosa di più imbarazzante per una giovane donna (Irene), che chiedere alla più cara amica (Emma), suo marito (Antonio) “in prestito”, per una notte? In fondo, a saperlo sarebbero soltanto loro tre, oltre al marito di Irene (Rodolfo). Chi è il più “sacrificato” dei quattro? Irene, che si trova ad elemosinare una prestazione sessuale, sicura di apparire agli occhi della sua amica, una sgualdrina qualunque? Emma e Rodolfo, i quali, consapevolmente, accettano il ruolo di cornuti? E che dire di Antonio, al quale si chiede, di sottoporsi ad una sorta di stupro passivo ? Tutti i personaggi hanno una croce da sopportare, ma qual’è la più pesante? Certamente non quella dell’anziana zia Agata, che vive quei fatti dall’alto della sua confusione mentale. Una confusione, a dire il vero, che lascia nell’imbarazzo, perché a volte ti guarda con occhi spalancati dalla demenza ed altre, con sguardi acuti come pugnali. Non sai proprio come trattarla. Eppure, avrebbe dovuto essere una vacanza al mare spensierata, da consumarsi da parte di due giovani coppie di sposi, con la presenza ingombrante, seppur cara, di zia Agata. Così erano partiti dalla Toscana. per raggiungere il mare pugliese. Tutto sembra scorrere secondo le aspettative, finché, quella sera sulla terrazza, al suono di una musica lontana, si scoprono le carte: Irene figlia adottiva, vuole un figlio suo, carne della sua carne. Tenendolo stretto vuole ritrovare in lui, i suoi lineamenti, le sue espressioni. Ha sofferto molto la condizione di “figlia adottiva” e non permette che suo figlio l’abbia a ripetere. I quattro giovani si trovano a vivere una situazione paradossale, tragicomica, sul filo di sottili ironie, silenzi, imbarazzi, doppi sensi, perplessità. Si scomodano perfino le sacre scritture, per dimostrare che “si può fare” ed anzi che “già è stato fatto”. Però è una decisione difficile da prendere, e non può essere affidata ad una sola persona. In questo caso, occorre l’unanimità. Soltanto Irene ha un preciso obiettivo, che si propone di raggiungere, ma come convincere gli altri? |
TI FARÒ CHIAMARE ZIA - di Giampiero Della Nina
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