Dream Gospel Voices
Gospel Night
Amazing Grace
Oh Happy Day
e i grandi classici del gospel americano
Spoleto – Fondazione Festival dei Due Mondi
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti 16 dicembre 2023
Non mi capita mai, a dire il vero, di seguire uno spettacolo a Spoleto in pieno inverno. La città del Festival dei Due Mondi la frequento in estate in occasione della kermesse creata da Menotti. Sono, quindi, abituato a temperature più calde, a piazze e vicoli molto più popolati, a tavolini del bar all’aperto affollati da clienti intenti a bere un caffè o a sorseggiar un aperitivo. E poi rappresentazioni su palchi allestiti in spazi inusitati. Mi è capitato, poi, di tanto in tanto, di seguire qualche spettacolo del Festival del Teatro Lirico Sperimentale spoletino, sorprendendomi, per esempio, nel vedere una bellissima versione del Barbiere di Siviglia con un bravissimo interprete come Paolo Ciavarelli nei panni di Figaro. Pierluigi Pietricola
Quando ho appreso, qualche mese fa, che nella cittadina del Festival dei Due Mondi, una settimana prima di Natale al Teatro Menotti ci sarebbe stata un’unica serata di concerto gospel, non ho esitato a montare in macchina e a partire.
Non vi erano, com’era immaginabile, le vie di Spoleto popolate; così come non vi erano le temperature più calde. E tuttavia, non appena sul palco del Teatro Menotti hanno fatto il loro ingresso i componenti del Dream Gospel Voices, questo gruppo straordinario di cantanti, è venuto facilissimo sentirsi immediatamente calati nella stessa atmosfera calda che si vive in estate, pur essendo a dicembre.
Gospel Night è stato un concerto davvero bellissimo, dove ogni interprete alternatamente ha vestito il ruolo sia da corista che da solista. Ed è stato entusiasmante sentire le voci possenti, mai stridule, dal vibrato ampio e rotondo di questi cantanti.
I quali hanno dato vita a un gospel, come genere, contaminato di moderno che non è risultato dissonante né distante. Anzi! Abbiamo assistito ad una commistione felice che ha tolto quella lieve patina di malinconia, che mai cede il passo alla tristezza, da alcune canzoni – non tutte – che hanno per contenuto quello di esprimere la fede attraverso la musica. Persino la celeberrima Happy days, che a risentirla nell’originale registrata in studio oggi non entusiasma più nessuno, nella versione dei Dream Gospel Voices ha assunto tinte che, vagamente, hanno ricordato i musical di Broadway per gli arrangiamenti, le sonorità di alcuni brani di Sinatra e, qui e lì, pure qualche evocazione blues e jazz anni Trenta del Novecento.
Anche questo è gospel.
E poi la soddisfazione di aver assistito a interpretazioni di brani, talvolta meno allegri, eseguiti sempre con un sorriso smagliante e mai sciocco. Quasi a voler dire: si può persino vivere la malinconia tentando, magari anche sforzandosi, di sorridere (secondo le circostanze, e quando possibile).
Una Gospel night ricca di emozione e improntata alla condivisione. Spettacolo musicale che è riuscito a coinvolgere l’intero pubblico in momenti canori e di danza accennata da parte degli spettatori. Atmosfere di puro, autentico, vivace, allegro, colorato e moderno gospel.
Spettacolo che sarebbe stato un vero peccato perdere.