di Gaetano Donizetti
regia: Lamberto Puggelli
direttore: Marco Zambelli
con Chiara Chialli, Francesco Palimeri, Antonio Gandia, Mario Cassi, Gabriella Locatelli
Coro e Orchestra del Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti
Bergamo, Teatro Donizetti, 19 e 21 settembre 2008
Fa sempre un certo effetto vedere (e sentire, naturalmente, dato che parliamo di opera) in palcoscenico i grandi melodrammi dell'Ottocento. E fa effetto perché, a pensarci bene, le vicende di fronte alle quali gli ascoltatori di ieri si appassionavano non si allontanano poi tanto dalle trame di fiction e telenovelas che oggi tengono incollati alla tv milioni di spettatori. Prendete ad esempio La favorita, una sorta di Beautiful ambientata nel Trecento con la marcia in più delle musiche di Gaetano Donizetti. Fernando è novizio nel convento di Santiago de Compostela. Un giorno, mentre prega, vede Leonora e se ne innamora. Lascia l'abito, la segue a Siviglia e per essere degno di lei parte per la guerra dove si conquista sul campo il titolo di marchese. Così prende coraggio e la chiede in sposa al re Alfonso XI di Castiglia di cui Leonora, però, è l'amante. Leonora incarica Ines di raccontare tutto all'uomo, ma il messaggio non arriva. Le nozze si celebrano, ma quando Fernando scopre la verità ripudia Leonora e torna in convento. Proprio qui, nascondendosi sotto il saio, la donna arriverà morente per raccontare la verità e implorare il perdono di Fernando.
Una storia che avvince, che tiene inchiodati per oltre tre ore alla poltrona, soprattutto per la grande intelligenza che il melodramma ha (a differenza di tante fiction e telenovelas di oggi) di scavare oltre i fatti per portare in primo piano l'animo umano, mettendo gli ascoltatori di fronte a loro stessi. La favorita è andata in scena venerdì al Donizetti di Bergamo (oggi pomeriggio la replica) in apertura della terza edizione del Bergamo musica festival, dedicata al compianto soprano Leyla Gencer. Meglio dire La favorite, però, in quanto è stata scelta la versione francese anche se le pagine dei ballabili, caratteristica dei rifacimenti delle opere italiane per i teatri d'Oltralpe, sono state ridotte all'osso ed eseguite a sipario chiuso.
Bello e con momenti da brivido, il melodramma datato 1840 è di quelli che necessitano di un cast di prim'ordine per l'impegno richiesto alle voci. Motivo per il quale l'opera compare raramente nei cartelloni dei nostri teatri. Bergamo, che lodevolmente si prefigge di riportare in palcoscenico tutti i lavori dell'illustre cittadino, ha schierato una squadra di giovani e volenterosi interpreti: Adriana Mastrangelo (subentrata all'ultimo a Chiara Chialli) è Leonora, Antonio Gandia Fernando, Mario Cassi Alfonso XI, Francesco Palmieri Balthazar e Gabriella Locatelli-Serio Ines.
Voci alle quali avrebbe giovato una guida più salda: sul podio Marco Zambelli sceglie tempi sempre uguali che rallentano eccessivamente l'azione e che purtroppo attenuano il fuoco che Donizetti ha messo nella sua partitura. Nel segno di una raffinata semplicità la regia di Lamberto Puggelli che per il suo spettacolo, ideato proprio per Bergamo nel 1991, ha chiesto a Paolo Bregni fondali in bianco e nero ispirati alle incisioni di Doré: unici elementi in scena una croce, il trono e il talamo a evocare la fede, la brama di potere e l'amore, passioni, sentimenti profondamente umani che Donizetti ha mirabilmente raccontato in musica. Il festival prosegue con I puritani di Bellini (12 e 14 ottobre), Marino Faliero di Donizetti (31 ottobre e 2 novembre) e Carmen di Bizet (19 e 21 dicembre).
Pierachille Dolfini