di Don DeLillo
traduzione di Alessandra Serra
uno spettacolo di Phoebe Zeitgeist
regia Giuseppe Isgrò
con Francesca Frigoli, Daniele Fedeli, Liliana Benini
scena e costumi Giovanni De Francesco
disegno e architettura del suono Stefano K Testa con la consulenza di Shari DeLorian
visuals Luca Intermite
dramaturg Matteo Colombo
cura del progetto Francesca Marianna Consonni
prodotto da Teatro E (Trento) con il sostegno di Silent Art Explorer
Teatro Elfo Puccini, Milano, dal 5 al 10 dicembre 2023
Il tema divisivo dell’eutanasia in Love-Lies-Bleeding Quando termina la vita? O, meglio, quando è giusto che termini la vita? È questa la domanda attorno alla quale si snoda Love-Lies-Bleeding, il nome di una pianta dai poteri terapeutici. Opera scritta dall’autore americano Don DeLillo è andata in scena all’Elfo Puccini di Milano. L’artista Alex Macklin, dopo un ictus, è costretto a vivere in stato vegetale. Toinette, la terza moglie, il figlio Sean e la giovane e ultima moglie Lia, si pongono il problema su cosa fare. Le idee discordano. Toinette e il figlio Sean spingono per la “dolce morte” di un’iniezione, Lia vorrebbe, invece, tenere in vita l’uomo e sperare in una risurrezione. È un confronto – scontro etico quello che vediamo in scena. Ma non solo. La quasi morte di Alex diventa l’occasione per gli altri tre di far luce sui suoi nodi esistenziali irrisolti e di esprimere le incomprensioni affettive mai dette, che li legavano a lui. In questa sorta di psicanalisi di gruppo guidata da nessuno, Sean, Toinette e Lia sembrano trovare una riappacificazione comune. Ma dura poco. Divisi, tornano a discutere sul futuro di Alex. La regia di Giuseppe Isgrò focalizza l’attenzione dei tre attorno al corpo inerte e seduto di Alex Macklin simboleggiato da un fantoccio in gesso, i cui occhi emanano una luce colorata che, cambiando, sembra indicarci la sua morte vicina. Andrà a finire così, la spina sarà staccata. Ma rimarrà l’angoscia di quella scelta. Nel dialogo fra un Sean invecchato da una maschera di richiamo “manfrediniano” e Toinette nel sottoterra di una metropolitana, spunta il cadavere di un uomo, un fantasma dell’inconscio. Love-Lies-Bleeding finirà senza aver curato i mali dell’anima dei tre personaggi rimasti in vita. In una narrazione scenica non lineare, frammentata da continui salti temporali, la regia di Isgrò ci restituisce immagini interessanti, pulite, efficaci attraverso un lavoro di ricerca scenico che incontra e domina un testo importane e difficile. Le scelte muscali, bellissime, creano suggestioni americane trasportandoci in quel mood, in quella terra. Gli attori, tutti bravissimi, completano uno spettacolo, colorando personaggi definiti e resi. Noi siamo lì con loro, schierandoci con le nostre personali opinioni su un tema scottante e mai finito. Andrea Pietrantoni