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LE SACRE DU PRINTEMPS - coreografia Teodora Castellucci

"Le Sacre du Printemps",  coreografia Teodora Castellucci. Foto Roberto De Biasio "Le Sacre du Printemps",  coreografia Teodora Castellucci. Foto Roberto De Biasio

coreografia Teodora Castellucci
ideazione e regia Agata Castellucci, Teodora Castellucci, Vito Matera
compagnia Dewey Dell
con Agata Castellucci, Teodora Castellucci, Alberto Mix Galluzzi, NastyDen, Francesca Siracusa
dramaturg, luci e scena Vito Matera
assistenza alla coreografia, produzione Agata Castellucci
musica originale Igor Stravinskij
esecuzione musicale registrata MusicAeterna diretta da Teodor Currentzis, 2013
suoni Demetrio Castellucci 
costumi Dewey Dell, Guoda Jaruševičiūtė
Realizzazione costumi e oggetti di scena: Carmen Castellucci, Vito Matera, Plastikart studio
Realizzazione scena: Laboratorio scenografia Pesaro di Lidia Trecento
Documentazione video: Eva Castellucci, John Nguyen
produzione: Dewey Dell
coproduzione: progetto RING (Festival Aperto – Fondazione I Teatri Reggio Emilia, Bolzano Danza – Fondazione Haydn, FOG Triennale Milano Performing Arts, Torinodanza Festival, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale), Macalester College / Dipartimento di Teatro e Danza, BIT Teatergarasjen partner associato: Lavanderia a Vapore – Fondazione Piemonte dal Vivo
con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e di Societas, Teatro Comandini
partner associato: Lavanderia a Vapore – Fondazione Piemonte dal Vivo
si ringrazia: Paolo Barbero, Andrea “Duna” Scardovi
rassegna NID Platform - New Italian Dance Platform
Vicenza, Teatro Astra, 10 ottobre 2024          

www.Sipario.it, 14 ottobre 2024

Nascita, morte e rinascita, un ciclo vitale che in questo spettacolo della compagnia Dewey Dell si rinnova, prende forma e animazione quando tutto avviene nel regno animale, così caro alle sorelle Castellucci e ai loro collaboratori. Luogo dove la natura esplode, ed è lì viva e vegeta più che mai. E’ in un contesto naturale come questo, che richiama un lungo, meraviglioso e meravigliato sogno, con esito scenografico molto curato, che affascina, che Le Sacre du printemps si racconta allo spettatore come in una centrifuga di passaggio naturale, di avvenimenti da venire e già scritti. Nascita, morte e rinascita, appunto. A partire da un bruco, che apre e chiude la performance come segnale penetrante e diretto, ponendosi in forma simpatica, ironica. Un regno animale che trasuda fascino e cupezza ma che in realtà nasconde molti altri aspetti, primi fra tutti i componenti che lo vivono e lo attraversano conflittuali, esseri che degnamente rispecchiano il mondo degli umani e quella inconsapevolezza stupida di affrontarsi in perenne lotta con altri esseri. Per quanto, nel mondo animale, la lotta sia una componente di sopravvivenza e si genera in modo spiccio. Qualcuno che ne fa le spese certo c’è, magari si rifà con altri esseri, rimane il mistero del mondo e chi siamo, tutti, da dove veniamo, che pare una banalità ormai ma è lo stato delle cose. Che non cito a caso, anche perché il film di Wim Wenders in qualche maniera pare essere qui richiamato nella seconda parte del balletto, quando tutto sembra tacere, vegetalmente, e qualche umano arriva in quel regno a provare a scoprire chissàche. Un richiamo nel modo di muoversi di questi esseri umani, nel loro outfit futuristico. Quello che trionfa è il seme primaverile, come dal titolo suggerito, periodo dell’anno in cui tutto fiorisce e si rinnova, si rivela. Nell’attraversarla, la primavera, i ballerini di Dewey Dell diventano con grande loro abilità tutto ciò che un misterioso regno ospita e regola, da animali a ombre viventi, e li interpretano attirando un’attenzione fissa, con padronanza dei movimenti e del mestiere. Il regno apparentemente statico, asettico si svela invece più che reattivo e va a scoprire la sua vera natura. La performance è costruita con grande minuziosità, porta dentro quel regno chi osserva, lo fa sentire parte. Si evolve di continuo una rigenerazione che muta, accantona esseri, li ritrasfroma. Un regno simbolico dove sembra tutto stare fermo ma è l’esatto contrario. Le creature che lo abitano sembrano rassegnarsi a quello scorrere del tempo così lento, un riflusso rigenerante. Tutte componenti che fanno di Le Sacre du printemps uno spettacolo agile, multisensoriale, visivamente visionario, dove le performance dei Dewey Dell diffondono sacrificio e umanità, attraversando inoltre più temi di espressione artistica, non limitandosi alla danza. Uno spettacolo da dove si esce colpiti, pieni. Che non ha difficoltà a essere apprezzato, Un altro momento, insomma di alta danza contemporanea.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Lunedì, 21 Ottobre 2024 10:39

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