di Spiro Scimone
con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale
scene e costumi: Titina Maselli
regia: Valerio Binasco
Roma, Teatro Valle, 10 e 11 dicembre 2009
In attesa che La busta completi la monografia con cui il Teatro Valle ci offre una preziosa occasione per godere del carnoso linguaggio del siciliano Spiro Scimone, uno dei più apprezzati autori della drammaturgia italiana contemporanea, il nuovo appuntamento in scena è con la sua quarta commedia, Il cortile, testo vincitore del Premio Ubu 2004.
Scritto quattro anni dopo La festa, è la storia di tre derelliti umani, sprofondati nell’immondezzaio della più cruda quotidianità, tenuti in vita dal loro stesso bisogno di raccontarsi e ascoltarsi. I ritmi smozzicati delle nervature delle battute dei protagonisti sono dipanati attraverso la leggibile e delicata lettura registica di Valerio Binasco.
L’allestimento di Titina Maselli, nella sua scarna didascalia, dipinge il grigiore di un luogo senza tempo, perfettamente immerso nel degrado di oggi. Nel Cortile, anche se ci sono delle regole, in realtà tutto è concesso; persino i topi possono sfamarsi con i piedi dei protagonisti.
I serrati dialoghi tra Peppe e Tano (due godibili Francesco Sframeli e Spiro Sciamone), a cui si aggiunge Uno (Gianluca Cesale), in costante bilico tra ironia e tragedia, mettono bene in evidenza, con la parola e con il corpo nella padroneggiata prestazione dei tre attori, gli aspetti peculiari della metafora poetica del testo all’inseguimento dei luoghi comuni del quotidiano.
Cosimo Manicone