ideazione e regia Riccardo Pippa
di e con Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza
scene, maschere e costumi Ilaria Ariemme
foto di Marta Perroni
produzione Teatro Franco Parenti, Teatro dei Gordi
Roma – Teatro India 18 - 21 aprile 2024
Roma. Al teatro India, per poche sere – purtroppo! – è possibile andare nell’Al di là. Tutto avverrà con il sorriso e un senso di leggerezza. Nessuna parola né discorsi, niente retorica. Sarà come trovarsi di fronte a una comica da cinema muto, con situazioni condotte ai limiti del paradosso e recitate con mimica e indossando maschere. Si torna alle origini del teatro. Per dirla con Pasternak: “Quasi respirando odor di tinta vi siete cancellato per il trucco/ Il nome di questo trucco è anima”. Chi ci condurrà nell’Al di là? La compagnia del Teatro dei Gordi: interpreti straordinari, ricchi di ironia, raffinata intelligenza, con idee sceniche che non si affezionano a bandiere poetiche né a vessilli. Il Teatro dei Gordi ha preferito, da sempre, l’essenza della rappresentazione. l’artificio scenico, dicendo al pubblico chiaro e tondo: stiamo giocando insieme, voi sapete che fingiamo; ma per qualche istante, crediamo a questi trucchi. Basta poco: una panchina al centro della scena e un lampioncino. Appena si accendono le luci di palco, vediamo lei: Morte, vestita con abiti formali, lisi, dai colori pallidi. Sta aspettando. Dopo poco, ecco entrare un’anziana signora a una flebo attaccata, con una piantina grassa in un vaso e un libro in mano. Si siede vicino a Morte per leggere, ma dopo poco va via. Il lampioncino si accende e si spegne un po’ di volte. Segno che sta per entrare qualcuno. Morte si prepara. Indossa un panno che pone sulla sua testa. Entra un anziano signore che ha intenzione di impiccarsi. Si guardano con Morte, la quale dà via a un rituale che sarà sempre lo stesso ad ogni anima che le si presenta: tre colpi di campane e poi, davanti all’ingresso che porterà dentro all’Al di là, braccia distese verso coloro che stanno per passare a miglior vita. Il tutto accompagnato da musiche maestose e autorevoli. Ma qualcosa non va. Forse Morte non riesce ad essere così convincente. Il vecchietto non vuole più suicidarsi e va via. Poi è la volta di un rider investito. Ma anche lui tornerà a vivere non senza aver prima mostrato, come segno di vittoria, il dito medio a Morte (la quale, con la mano, risponde al rider che si rivedranno in seguito: è solo questione di tempo). Ritorna il vecchietto suicida, che di nuovo ci ripensa. Poi è la volta di un’anziana coppia: lui è pronto al trapasso. Si mette nelle mani di Morte la quale, prendendo fra le sue mani la maschera indossata dal vecchietto, gliela sfila e questi mostra le sembianze d’un bell’uomo ringiovanito. Lo stesso avverrà per un soldato. Il vecchietto tornerà di nuovo, ma ancora rinuncerà. Dall’alto, visti i risultati, decidono di sostituire Morte anziana con una Morte più giovane. Il primo trapasso che quest’ultima si troverà a dover gestire è quello del vecchietto suicida recidivo. Ci riuscirà? Per scoprirlo, bisognerà andare al teatro India insieme ai Gordi, scendere con loro agl’inferi, per giocare e divertirsi assistendo a questo loro prezioso capolavoro: Sulla morte senza esagerare. Pierluigi Pietricola