uno spettacolo di e con Filippo Timi
e con Andrea Di Donna voce e chitarra
luci Gigi Saccomandi
costumi Fabio Zambernardi
Produzione Teatro Franco Parenti / Teatro Stabile dell'Umbria
Milano, Teatro Franco Parenti dal 20 novembre al 7 dicembre 2014
L'universo racchiuso in una stanza
Memorie e sogni di un ragazzo afflitto da disabilità: confinato dalla malattia e dai genitori. Disamina travolgente e appassionata sulla necessità d'imporre dignità ad ogni forma di esistenza.
Filippo Timi, dopo il successo della scorsa stagione, ripropone Skianto: diario amaro e sconsolatamente ironico di una vita vissuta in isolamento. Infelicità leopardiana e sfoghi pop- adolescenziali esplodono come bombe fra le quattro mura con vista sul grigio cavalcavia rendendo un periodo di degenza in ospedale un "momento felice".
Cadenza e dialetto umbro esaltano, con tragica ironia, la profonda solitudine di uno spirito nato libero e costretto da un fisicità compromessa.
Natura matrigna
Che cosa è davvero la disabilità? Oltre la retorica e gli eufemismi di categoria, Timi ci regala una testimonianza autentica! Skianto trascende il senso di falsa pietà e svela, sino in fondo, l'esistenza che si cela dietro ad un corpo ed una mente segnate da una natura matrigna.
Confessioni candide, aspirazioni urlate, invocazioni rabbiose e impotenti... tutto esplode in un unico, grande, fiume di parole. Lava incandescente che crea immagini vivide e febbricitanti e lascia un segno, profondo, nella coscienza e nella mente degli spettatori.
Carpe diem
L'imperativo è vivere! Vivere anche a costo di sbagliare, vivere anche amando contro natura. La citazione dal Pinocchio di Luigi Comencini, oltre al ricordo di una generazione, è anche riferimento consapevole ad una delle fiabe più tristi mai scritte per l'infanzia.
Storia della trasformazione di un "essere": da "oggetto inanimato" a uomo capace di compiere scelte in autonomia. Pinocchio è una sorta di 'Adamo: il "prototipo". Compie errori, perché è puro e incontaminato e, come l'eroe del nostro diario, tanto più duramente viene punito nell'atto di rivelare la propria debolezza.
La vita in fuga...
La vita invocata, urlata, celebrata con la danza, chiesta come grazia alla fatina, è la volontà di uscire dal luogo di "reclusione". Contare sul proprio corpo senza subirne la dittatura o anche solo morire... Tutto pur di evadere dal purgatorio della malattia.
Scenotecnica suggestiva che trasforma, lo spazio scenico, in un microuniverso in espansione: proiezione delle fantasie e dei sogni d'infanzia e adolescenza mai colte e assaporate pienamente.
Valore aggiunto a "Skianto" è anche il coinvolgente accompagnamento musicale del giovane Andrea Di Donna. La musica costituisce elemento fondante e rende, la presenza della sua chitarra, coprotagonista d'eccezione in scena.
Spettacolo unico e prezioso! Da consigliare ad un pubblico dal cuore e dalla mente aperta.
Francesca Bastoni