coreografia e concetto di Luna Cenere
con Luna Cenere
musiche di Gerard Valverde
disegno luci e direzione tecnica Nicola Mancini
produzione Körper/Centro Nazionale di Produzione della Danza
sostegno alla produzione Virgilio Sieni/Centro Nazionale di Produzione, Marosi Dans Fest, l’Asilo Filangieri
Compagnia Luna Cenere
Festival Danza in Rete 2024
Vicenza, Ridotto del teatro Comunale, 4 maggio 2024
Attraverso un corpo (nudo) con un lavoro, un esercizio su di esso ci si possono porre diverse questioni. A se stessi, certo, ma porle poi anche agli altri che a loro volta possono porsele, e così via. E’ una danza, letteralmente. E’ interessante scoprire sempre più come la danza contemporanea, quella dei danzatori e coreografi più giovani tra l’altro, sia così piena di talenti e intrisa di produzioni ricche di suggestioni, emozionanti. E altresì, di progetti che pian piano trovano spazi adeguati e nella loro proposta aggiungano tassello dopo tassello al percorso intrapreso. E’ il caso anche di Kokoro, della performer Luna Cenere, che prende a prestito, ma fa anche sua in un certo senso, questa parola giapponese dal significato possente, misterioso, che si può quasi riassumere come il nostro essere interiore. La giovane danzatrice napoletana, sempre più alle prese con una coerenza che parte da lontano e, che arriva da progetti di respiro importante, anche a Vicenza trova nell’ambito di Danza in Rete, da ultimo spettacolo della rassegna, uno spazio collocativo adeguato, che con il corpo nudo e architettonicamente plasmato sul palco rappresenta una raffinata scia, un guizzo intenso. Mente e cuore, in questa parola d’estremo Oriente, a comporre una fusione che manca invece nel mondo occidentale. In verticale, a testa in giù, Luna Cenere si contrae, avvinghia spasmi e si trascina molto lentamente fino al mettersi in posizione eretta, a danzare (anche) in modo frenetico. Il corpo nudo ha sempre una potenza unica, quella che parla da solo. Non c’è copertura alcuna, non c’è velo. In Kokoro, Cenere identifica la ricerca della centratura dell’essere e la persegue. Che poi è quella che più ci appartiene per la maggior parte nei momenti vuoti e di crisi personale, quella che arriva attraverso piccole grandi scosse che tramortisce, fa sentire un momento elettrico, quasi un’orgasmica frazione di morte, che può essere però risanante perché non è morte pura. Ed è qui che gli spasmi di Kokoro subentrano vivi e fieri, facendo rifiorire delle nuove rinascite. Delle reincarnazioni, per modo di dire, che trovano spazi e forme diverse, nuovi cicli, esplorazioni proprio tra i meandri del corpo, mani dappertutto, trasfigurazioni. Annullamenti e riprese, mente e cuore, appunto. Luna Cenere, attenta, ricercatrice professionista, è una delle più curiose rappresentanti della danza contemporanea e propone un sua viaggio specifico proprio affidando al corpo, spesso nudo, la trasformazione dei valori. Primo suo lavoro come autrice, Kokoro parte qualche anno fa, si consolida nelle repliche fatte nel tempo e riesce con costruzione semplice, immediatezza a porsi delle domande, che partono in primis dalla stessa Cenere: che si riassumono nell’equilibrio su se stessi, se si ha, e in che misura, e sul sapersi mettere in relazione e come, col resto del mondo. E che cosa il corpo, letteralmente riesce a esprimere allo spettatore, cosa il corpo dialoga esternamente, cosa riceve. Mostrando verità ma anche concetti al di fuori della stessa. Naturalmente con delle sorprese che il corpo stesso può rivelare. Una delle domande, una delle risposte da porsi. Luna Cenere continua così, ogni tanto riappropriandosi appunto di Kokoro, il suo interessante percorso. E a Vicenza entusiasma. Francesco Bettin