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URLA DI SILENZIOSE – regia Valentina Aicardi

Diana Anselmo e Diana Bejan in "Urla silenziose", regia Valentina Aicardi Diana Anselmo e Diana Bejan in "Urla silenziose", regia Valentina Aicardi

con Diana Anselmo, Diana Bejan
supervisione ed assistente alla regia Simone Schinocca
consulenza alla drammaturgia Costanza Maria Frola
consulenza coreografica Giulia Guida – Bqb
consulenza accessibilità Diana Anselmo – Al.Di.Qua.Artists – ALternative DIsability QUAlity Artists
scenografia e light design Sara Brigatti, Yasmine Ines Pochat e Florinda Lombardi
musica saudadesaudade
Produzione Tedacà in collaborazione con Festival delle Colline Torinesi, TPE – Teatro Piemonte Europa
con il sostegno di Ministero della Cultura e della Regione Piemonte
Tedacà, Torino, venerdì 20 ottobre 2023

www.Sipario.it, 22 ottobre 2023

Non uno spettacolo ma un’esperienza partecipata è Urla silenziose che la compagnia Tedacà ha proposto in prima assoluta per la ventottesima edizione del Festival delle Colline Torinesi: ideato e diretto da Valentina Aicardi, ed interpretato da Diana Anselmo e Diana Bejan, il progetto dal titolo ossimoro è un’immersione visiva ed uditiva nel mondo dei non udenti, uomini e donne chiamati nel tempo a fare i conti con una condizione di disabilità spesso molto più invalidante di quanto potrebbe risultare in un diverso contesto sociale.

Cosa significa esser sordi in un paese come il nostro? Quali le conquiste ottenute nel corso dei decenni? Quanto è alto, oggi, il muro che separa la quotidianità degli udenti da quella dei non udenti? Tutte domande legittime e fortemente ancorate ad un presente che paga ancora il prezzo di una legislazione in materia a tratti incomprensibile, di un’attenzione sfocata verso bisogni ed esigenze basilari per il vivere quotidiano.

E se le conquiste a fatica ci sono state, come pugni in faccia lo spettatore apprende di come il mondo della scuola sino alla fine dell’Ottocento mise al bando la Lingua Internazionale dei Segni, la LIS, “imponendo” il metodo oralista quale unica forma di comunicazione: i rischi ed i pericoli connessi a questa imposizione forzata solo in parte e tardivamente sono stati compresi, innescando un effetto domino di ulteriori problematiche pronte a riflettersi non solo sul singolo individuo, quanto su di un intero nucleo famigliare. Ed ancora, ampliando l’analisi a tratti provocatoria di cui le due Diana si fanno apprezzate interpreti, l’eterno dilemma sulla convivenza con la sordità da “esorcizzare” con apparecchio acustico o impianto cocleare: dispositivo medico non invasivo il primo, strumento elettronico con applicazione chirurgica irreversibile il secondo, per un rimedio moderno che non può, né deve, prescindere da un costante investimento culturale sull’utilizzo di quella lingua dei segni ideale ponte comunicativo tra udenti e non udenti.

Di immersione visiva ed uditiva si è prima accennato per una performance che porta in scena storie in un’alternanza di segni, proiezioni visive e teatro d’ombra: e se il carattere visivo è facilmente decifrabile, l’aggettivo uditivo non vuol essere un azzardo riferito ad un lavoro che impressiona per il grande silenzio che attraversa scena e platea. A parlare al pubblico è proprio il silenzio, l’assenza di voci e di rumori scaturita dalla gestualità delle due protagoniste per un viaggio non tanto nella disabilità, quanto nelle incongruenze di un passato/presente per nulla libero da ostacoli nella rappresentazione di una condizione certo migliorata dal riconoscimento della LIS, per quanto ancora alle prese con evidenti assurdità.

Applausi e saluti finali sono per tutti il giusto tributo ad un lavoro lontano da una dimensione meramente narrativa, necessaria testimonianza di una battaglia da combattere ogni giorno facendo leva su orgoglio e strumenti a fatica conquistati nel corso di decenni. 

Roberto Canavesi

Ultima modifica il Domenica, 22 Ottobre 2023 22:38

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